29/04/07

Ora basta

Questo post è stato scritto dopo lo scambio di opinioni che ho avuto con un Anonimo nel post "Panni Sporchi". Mi piacerebbe che fosse motivo di spunto e che anche altri si unissero alla discussione.



Viene rubato un motorino, comprato dai genitori al figlio con sacrifici perché possa essere autonomo e andare al lavoro.
Dovete capire il ladro: vive una situazione di disagio.

Una ragazza litiga in metro con due donne di origine rom e una delle due la uccide sfondandole il cranio con la punta di un ombrello.
Dovete capirle: sono emarginate, vivono una situazione di disagio.

Una ragazza di 20 anni lavora mandando avanti da sola un negozio che, a causa della posizione fuori mano, rischia di chiudere, rendendola una disoccupata.
Ha paura a rimanere sola nel negozio, perché riceve spesso visite di tossici che le chiedono soldi e la minacciano.
Le è già capitato di essere rapinata e anche per questo i clienti si tengono alla larga.
Dovete capire i tossici e i ladri: vivono situazione di disagio.

Una donna con due figlie è sposata a un eroinomane. Il padre non ha riconosciuto il maschietto.
Picchia la moglie e i figli.
La femmina da anni è in cura da uno psichiatra e non riesce ad uscire dalla depressione.
Il maschio dichiara di essere orfano di padre.
Alla fine la donna divorzia, ma non riescono a liberarsi dell’uomo, che continua a presentarsi a casa per chiedere denaro. Deruba anche la figlia, che nel frattempo si è trovata un lavoro.
Dovete capire il pover uomo: vive una situazione di disagio.

Una madre uccide il figlio perché piange troppo e la fa impazzire.
Dovete capirla: vive una situazione di disagio.

Una coppia sposata uccide i vicini di casa perché fanno troppo rumore.
Dovete capirli: vivono una situazione di disagio.

Una madre alcolista guida ubriaca con il figlio sul seggiolino di fianco a lei.
Provoca un incidente mortale nel quale muoiono tutti, bambino compreso.
Dovete capirla: vive una situazione di disagio.

Un extracomunitario stupra una ragazza che alle sei del mattino si sta recando alla stazione per prendere il treno dei pendolari e andare al lavoro.
Dovete capirlo: è un emarginato, vive situazioni di disagio.

Un padre alcolista picchia figli e moglie.
Dovete capirlo: vive una situazione di disagio.

Una ragazza di 18 anni è rimasta in cinta. Sia lei che il suo compagno sono drogati e alcolizzati.
Porta una pancia di 5 mesi ed è ubriaca, svenuta sul bancone del pub.
Dovete capirla: vive una situazione di disagio.


Invece io mi sono rotta di capire e dico BASTA alla comprensione, BASTA al rispetto per persone che non ne hanno un briciolo per gli altri, BASTA al politically correct, al buonismo e al perbenismo.
Al mondo ci sono persone responsabili e irresponsabili: questi ultimi, devono essere sempre capiti e scusati? Ed è giusto che i primi non vengano tutelati e incentivati?

Oggi il perdono si riserva solo a chi provoca molto dolore o a chi ha molto potere.
Sono le persone responsabili le vere vittime, che devono temere tanto i delinquenti, quanto chi dovrebbe proteggerli da essi.
Le vere vittime sono quelle persone che cercano di vivere decorosamente e onestamente nonostante le avversità, nonostante le condizioni precarie, nonostante tutto.
Di queste ho pietà, a loro vanno la mia comprensione e la mia vicinanza, il mio RISPETTO.

Ognuna delle persone sopraccitate negli esempi (che sono tutte storie VERE) crede di avere SOLO diritti, NESSUN dovere, NESSUNA responsabilità.

E invece no: troppo comodo prendere senza dare, pretendere di essere capiti senza fare uno sforzo per comprendere, volere essere rispettati senza rispettare.
Ognuno si prenda le sue responsabilità e affronti la vita senza nascondersi dietro un dito, dietro a scuse vittimistiche.
Si può anche sbagliare, è umano: la vera giustizia sta nell’ammettere la propria colpa e accettarne le conseguenze, pronti a scontare la pena se prevista e a cercare di riparare al danno, laddove possibile.

Le vere vittime sono quelle che non sono in grado di operare delle scelte, ma che devono subire quelle deliberatamente egoistiche degli altri.
Loro e nessun altro.

A tutti gli altri dico: crescete e prendetevi le vostre responsabilità, compreso te, Anonimo che parli di stereotipi, quando tu stesso, con le tue parole, non fai che confermarne uno.

Sappiate che l’intolleranza della gente sta crescendo, perché la gente è stanca di avere paura, stanca che i propri sforzi non vengano premiati, stanca di non vedersi garantita la sicurezza e la giustizia, stanca di lavorare per niente, stanca di essere derubata, aggredita, sfruttata...

Per quel che mi riguarda, sono stanca di fare sacrifici per cercare di condurre una vita onesta (e di vedere intorno a me tanta gente intenta nello stesso sforzo) e non ricevere in cambio altro che fango, sia da chi dovrebbe tutelarmi, sia da quella gente dalla quale dovrei essere tutelata.

E soprattutto, più di ogni altra cosa, sono stanca di un mondo nel quale il dissenso o il non conformismo sono considerati comportamenti devianti.

ORA BASTA.


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6 commenti:

  1. Dobbiamo capirlo, si non c'è altra strada.
    A parte la provocazione, in realtà tutto dipende dal significato che diamo alle parole. Il dobbiamo capirlo messo in fila come lo hai messo tu, lascia sottoindere un atteggiamento misto tra comprensione/accettazione/giustificazione di cui necessariamente non sappiamo che farcene.
    Il dobbiamo capirlo a cui mi riferisco io invece, mira a comprendere un fenomeno, le sue ragionie cosa lo provoca. Sono tutti passaggi indispensabili se si vuole arrivare a capo di qualcosa invece di continuare a girare a vuoto.
    E ' vero i casi che hai descritto sono tutti veri e probabilmente se ne potrebbero trovare molti altri.
    Ma come li offrontiamo? e poi come proviamo a risolvere questi problemi?
    Ci rassegnamo all'idea che tanto un tot di certe persone ci saranno sempre quindi che non cìè niente da fare?
    Bisogna uscire dallo schema NOI siamo stanchi, VOI ci avete rotto.
    Basta NOI e VOI.
    Un classico esempio cittadino è P. S.Agostino, ultimamente spesso sulle cronache cittadine per le sue notti turbolente.
    Come lo affrontiamo questo problema? Con il NOi e VOI non andiamo da nessuna parte. Con la forza ancora meno. Ed allora?
    Si accettano proposte

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  2. Sì, dobbiamo capirlo, io ti do sinceramente ragione.
    Condivido.
    Allo stesso modo, però, dobbiamo capire il cittadino stanco.

    Perché il drogato col disagio sì, e la persona comune col disagio no?
    Questo è quello che mi fa rabbia.

    Ci sono persone che sbagliano e le loro responsabilità se le prendono: conosco un ragazzo tossicodipendente che ha messo in cinta la sua ragazza. Quando è nato il bimbo, con molta onestà e RESPONSABILITA', è andato dal padre e gli ha chiesto aiuto, perché da solo non riusciva a venirne fuori.
    Il padre ha pagato i suoi debiti agli spacciatori e lui è entrato in comunità, si è curato e lo hanno aiutato a "rientrare nella società". La sua vita forse ora non sarà meno difficile di prima che iniziasse a drogarsi, ma è riuscito a superare un problema e ad affrontare il suo "disagio" (che molto probabilmente non è svanito per magia) in maniera diversa.

    Ne conosco un altro che da anni rovina la vita alla sua ex-famiglia, derubandoli e minacciandoli continuamente.

    Un altro ancora che si è dato alla droga perché era ricco sfondo e annoiato, così "ha provato qualcosa di nuovo".

    A chi pensate vada tutto il mio rispetto e la mia stima?
    Non è questione di drogato o non drogato, è questione della persona che sei.

    Ribadisco: puoi scegliere.
    Io non condanno la scelta sbagliata, né chi la fa, ma la pretesa di comprensione e rispetto da parte di coloro che non si prendono le proprie responsabilità, che non ammettono di sbagliare e non chiedono MAI scusa.

    E questo è un discorso trasversale, che non tocca "tutti i drogati", "tutti gli alcolisti", ecc...

    Anche voi, che vi sentite in diritto di giudicarmi e di "esortarmi a una mente aperta" senza conoscermi affatto, anche voi siete legati ai vostri pregiudizi e ai vostri stereotipi, anche voi ponete in essere un "NOI" e un "VOI".

    Io una soluzione non ce l'ho, né ho mai preteso di avercela, ma non mi sembra ce l'abbia nemmeno tu, visto che tra i tossicodipendenti esistono quelli che non superano mai il loro "disagio" nonostante la massima comprensione e il massimo aiuto possibili.

    E ti dirò di più: anche io vivo nel "disagio". Vivo nel disagio di non vedere mai ripagati i miei sforzi perché non esiste meritocrazia al mondo, vivo nel disagio di non poter esprimere le mie opinioni liberamente senza essere giudicata nazista/fascista/comunista/ bigotta/reazionaria/sovversiva/ottusa (a seconda del punto di vista dell'ascoltatore). Vivo nel disagio di passare periodi di depressione. Vivo nel disagio di non trovare lavoro e di non avere prospettive per il futuro. Vivo nel disagio di non arrivare alla fine del mese e di dover fare, per questo, sacrifici. Vivo nel disagio di avere paura ad uscire da sola dopo una certa ora, di non poter passare in certi punti della città senza essere accompagnata da qualcuno.

    E non ci sono solo io, non ho il fiocchino rosso: ci sono persone che vivono nel disagio di subire violenze tra le mura domestiche, persone che vivono nel disagio di essere derise e umiliate ogni giorno, persone che vivono col disagio che porta la malattia...

    Solo perché non si sono date alla droga, significa che non sono vittime?
    Perché non sono altrettanto degne della vostra comprensione, della vostra compassione, del vostro aiuto?

    Forse anche voi, insieme a me, dovreste "aprire di più la vostra mente".

    P.S. Si fa presto a parlare di S.Agostino, quando non si è un negoziante di S.Agostino.

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  3. Ma non c'era una cosina che si chiamava Legge e che puniva, a volte con la limitazione della libertà personale chi rubava, uccideva ecc. ecc.? Chi vive in una nazione ne deve rispettare le regole, e non mi riferisco agli extracomunitari, mi riferisco a tutti. Ladri (italiani e non), drogati (italiani e non), nevrotici e pazzi vari (italiani e non), evasori (italiani e non) ecc. ecc.
    La prima cosa deve essere il rispetto della legalità, poi (ovviamente) ci si deve interrogare sul perchè ci sono persone che vivono nella legalità e persone che sistematicamente la infrangono. Ed agire ANCHE sul medio e lungo periodo. La "comprensione" per chi commette un reato è un lusso che non ci possiamo permettere.
    Detto questo tante persone fanno una vitaccia, non subiscono un furto, non hanno avuto un solo episodio di violenza in vita loro ma riescono a schiumare rabbia lo stesso. In fondo perchè aspettare che succeda quando lo si può fare prima ? ;-)

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  4. PS2: Chi ti dice che io non sia un negoziante di S.Agostino?

    Ho riletto con attenzione tutto l'evolversi della discussione e ancora faccio fatica a comprendere il passaggio che ha portato a scrivere un'intervento come quello sopra.

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  5. Non so che dirti.
    Se non mi conosci, è ovvio che non riesci a capire il passaggio, no? :)

    Temo che l'introduzione dove dico che la discussione con l'Anonimo mi ha ispirato quel post vada presa come dato di fatto :)

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  6. Pur condividendo in linea di massima i disagi di signorina g. mi permetto di osservare che nel caso in questione i bagni di piazza del popolo appaiono decenti, ed i rifiuti si trovano regolarmente all'interno dell'apposito contenitore, perciò applaudo all'educazione degli utenti. Che poi essi possano essere ritenuti responsabili della carenza di servizi o peggio dell'immagine che da di sè la presunta città di piero mi pare piuttosto azzardato...

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